Today we are proud to introduce you another thePinkSnout’s friend: Luciano Fadini. He is an italian artist that say in this interview that he has not yet discovered to be an artist through and through, but we are sure that he is a brilliant illustrator and a sincere artist whose main character’s’ identity is often uncertain and various.
“…one morning the little Venus can discover with astonishment to have a penis and in the same time to be a lesbian…”
After the gallery an interview in italian language with Luciano
Oggi vi presentiamo un amico di vecchia data di The Pink Snout: Luciano Fadini. Scopriamolo meglio attraverso questa intervista che ci ha gentilmente concesso.
THE PINK SNOUT: Ciao Luciano parlaci un po’ di te, dove vivi, quanti anni hai, quando e come hai scoperto di essere artista?
LUCIANO FADINI: Ciao The Pink Snout, confesso di essere emozionato nel rispondere a questa intervista, essendo una persona poco incline a raccontarsi per quanto riguarda la vita privata e lo svolgersi del mio lavoro. Ebbene, coglierò quest’occasione per vincermi un poco, tralasciando infanzia, adolescenza e giovinezza (troppo travagliate e complicate, anche solo per un accenno).
Inizio pertanto da qui, da ciò che esse mi hanno portato ad essere nel mio attuale presente.
Vivo, con il mio compagno Angelo, in un piccolo paese di montagna sul lago d’Iseo da tantissimi anni; un posto immerso nella natura della quale ho profondamente bisogno per trovare un certo benessere interiore. Una passeggiata nei boschi, la vista del lago, il cielo stellato nella buia notte di montagna: sono tutte cose che mi aiutano a trovare una certa armonia; poiché se all’apparenza, come tutti dicono, sembro calmo e tranquillo… all’interno ho fuochi perpetui in continuo subbuglio.
Quest’anno compirò i 47 anni e non ho ancora scoperto di essere artista. O meglio, sono consapevole di avere uno spirito artistico, forse anche una personalità e delle capacità… ma avvalermi di questo titolo seriamente mi sembra ingiusto: una vanitosa faciloneria, una mancanza di rispetto verso chi artista lo è veramente: la persona che occupa la sua vita nella ricerca del suo progetto, che ha in mente principalmente quello, che ci dedica anima e corpo, volontà e tutto il tempo di questo mondo! Ci vuole molto tempo dedicato alla propria ricerca per sperare di divenire un artista… cosa che io non ho, o perlomeno, diciamo la verità: non trovo. Comunque, quando sono gli altri a riconoscermi come artista… accetto con gratitudine.
TPS: Come nasce un tuo disegno? Che tecnica usi per le tue opere?
LF: Nasce da qualcosa che mi si forma e sento dentro: il bisogno di rendere in qualche modo concreta un’emozione, un pensiero, uno stato d’animo, un disagio, un tema sociale, a volte un sogno, dipende. Più che altro è un’esigenza per mettere un po’ di ordine dentro di me, poi l’ispirazione, diciamo così, può scaturire in vari modi: un libro, un articolo, un ricordo, etc… non è importante da dove venga l’idea per un lavoro, è essenziale invece per una buona riuscita di quest’ultimo, che io sia profondamente calato in esso per poterlo plasmare con quello che sento.
Negli ultimi anni prediligo disegnare su piccoli formati, molto comodi, posso tirarmeli dietro ovunque, sia in casa che all’aperto; preferisco utilizzare carte di recupero, vecchi album o fogli trovati nelle cantine da amici, nei mercatini dell’usato etc… questa carta vecchia mi facilita il compito: ha già una sua vita, è impressa di qualcosa, il suo colore si è alterato nel tempo, l’odore ha dei richiami… Il foglio deve essere liscio, anche la pergamena però mi piace molto; li coloro con pastelli, pennarelli, con ciò che le mani trovano vicino. Spesso, e qui vi svelo un mezzo segreto, adopero matrici di lavori antecedenti.
TPS: Chi sono i protagonisti dei tuoi disegni? Il rapporto con i generi e la sessualità dei tuoi personaggi?
LF: I protagonisti sono vari, e in alcuni casi ben definiti, ad esempio c’è: la Piccola Venere, il Piccolo Narciso, la Geisha… creature che nel tempo rimescolo insieme per dar vita a forme nuove, perché possano creare nuove incertezze, domande, risposte, quesiti.
La sessualità, o meglio: l’identità, nei miei personaggi è sempre incerta e varia, una continua ricerca… La stessa Piccola Venere può con stupore una mattina scoprire di avere un pene, o di essere lesbica. Tutta questa importanza che diamo al sesso di una persona, ai suoi gusti sessuali, non ne ha affatto, è solo limitante… Mi chiedevo proprio qualche giorno fa come mai negli ultimi anni disegno sempre il sesso maschile o femminile in bella vista. Ripensandoci, mi accorgo che fino ad una certa età non sono riuscito a disegnare il sesso nei miei personaggi: erano sempre asessuati.
TPS: Quanto c’è di autobiografico in ciò che rappresenti?
LF: Naturalmente c’è molto. Sia per quanto riguarda i temi sull’omosessualità, dove mi piace indagare sulle problematiche moderne o dove mi ritrovo a sondare antiche paure e perplessità; sia in altri temi, apparentemente più lontani, dove ho comunque bisogno di un riferimento interiore o perlomeno di un sentimento vagamente vissuto, anche se in altra forma, per esprimermi al meglio delle mie possibilità.
TPS: A cosa pensi quando lavori, vuoi mandare qualche messaggio con le tue opere?
LF: Una volta che ho deciso cosa fare, preferisco che il pensiero vada per conto proprio, troppa razionalità non fa per me, sono più istintivo ed emotivo… Mi accorgo che un lavoro mi esce particolarmente bene se durante l’esecuzione mi dimentico un po’ di tutto: testa, cuore e mani devono connettersi e lavorar da soli; ammetto che non mi è sempre facile, né che questo piccolo stato di “trance” (giusto per trovare un termine) mi riesca sempre, per vari motivi… sinceramente non ho ancora ben capito come innescarlo; comunque quando le mani se ne van da sole, tracciano linee e prendono colori mosse da un misterioso input e io sono dimentico di tutto, è lo stato che più mi si addice per sperare in un risultato valido.
Penso e spero che i miei disegni mandino dei messaggi, a volte velati o intrisi di una leggera ironia, questo però è un aspetto che preferisco non mi riguardi, anche perché tutto può cambiare a secondo dello spettatore, della capacità di leggere fra le righe, del suo vissuto , dello stesso cambiamento di significato che un lavoro può avere in un momento o in un altro… insomma, preferisco lasciare la massima libertà d’interpretazione. W la libertà!
TPS: Conosciamo i tuoi disegni. E’ questa la tua sola forma espressiva oppure spazi anche in altri settori?
LF: Effettivamente i disegni in questo ultimo percorso la fanno da padroni, ma ho realizzato anche varie serie di dipinti a olio, acrilico o tecnica mista, su tela, tavole o altri supporti… alcuni arricchiti da collage o materiali di recupero con i quali sempre lavoro molto; infatti proprio con questi, insieme ad Angelo anni fa, abbiamo dato vita ad una serie di lampadari costruiti appunto con oggetti di scarto, fra i quali giocattoli, madonne di lourdes, etc. etc. Ho una forte attrazione per tutto ciò che viene definito: scarto o immondizia. Rovistare in vecchi cartoni e sacchi dimenticati, nelle stesse discariche, mi fa sentire come un bimbo alla ricerca di un tesoro! Se ad esempio, nella vita reale sono abbastanza schizzinoso e lavo le mani ogni volta che tocco qualcosa, lì in quei frangenti tralascio tutto: divento un vero clochard! Nutro molta affezione nei confronti di queste persone, trascurate dal mondo e da se stesse… per vari motivi mi ci accomuno… penso spesso che prima o poi diventerò realmente uno di loro.
TPS: Come nasce il rapporto con Ricci/Forte che hanno scelto il tuo lavoro come locandina di un loro spettacolo?
LF: Mi sembra più corretto dire una piccola collaborazione, nata con la nostra amicizia in Facebook… Semplicemente mi è stata richiesta un’immagine adatta per rappresentare lo spettacolo Still Life, contro il bullismo omofobico, alla rassegna sugli scenari omosessuali del Garofano verde. Naturalmente ho accettato con gioia e immenso piacere, sia per la nobile causa di questo spettacolo: combattere la discriminazione identitaria, sia per la bravura di questo gruppo teatrale per il quale nutro molta stima e ammirazione. Una bellissima esperienza che mi ha dato tanta soddisfazione.
TPS: Ti piace oscillare tra sacro e profano, tra innocenza e peccato. E’ corretta la nostra interpretazione?
LF: Sicuramente sì, mi piace oscillare fra queste dimensioni indissolubilmente intrecciate appunto, visto che non vi è valenza di una, senza almeno una eventuale ipotesi dell’altra… oltre ad essere involontariamente permeato da una certa religiosità fin dall’infanzia, dal culto del sacro, dal timore del peccato (si sa come la religione sia onnipresente) ho una evidente attrazione per i poli opposti, sentendomi altrettanto attratto dalla parte istintiva e primordiale, quanto da quella spirituale. Oggi come oggi, non riesco a scindere le due parti. Mi pare quasi si alimentino in un fuoco di continuo scambio. Come quando da ragazzo alzavo gli occhi nelle chiese e tutte quelle nudità dipinte di angeli, santi e persone si trasformavano in voluttuose orge.
TPS: Hai qualche progetto in cantiere per il futuro?
LF: Ho intenzione di rimettermi alla prova, come espressione artistica, con lavori di più grande formato… dove solitamente divengo ancora più insicuro e inquieto: non sono una persona che si rilassa mentre dipinge, il mio è più un tormento. Sono molto critico in generale e anche con me stesso e il mio lavoro non mi risparmio. Mi fanno sicuramente piacere i complimenti , ma nulla mi schioda se ho individuato degli errori, delle imperfezioni, o non sono convinto di qualcosa che ho realizzato.
TPS: Hai un sito di riferimento o una mail con i quali i nostri lettori possono visionare le tue opere o contattarti?
LF: No, per ora nessun sito… chissà che divenga un altro progetto in cantiere per il futuro! Chi è interessato a visionare alcuni dei miei lavori può farlo attraverso il mio account di facebook: http://www.facebook.com/luciano.fadini.1 oppure contattarmi tramite email: luciano.fadini@alice.it
Aggiungo un link https://malesoulmakeup.wordpress.com/2012/03/12/lucianofadini/ dove un amico, una persona che mi è molto cara, ha onorato una serie di disegni: DISINTOSSICAZIONE, con la sua valente scrittura e capacità di analisi e approfondimento.
Caro The Pink Snout, grazie mille per questa intervista, un caro saluto a voi e a tutti i lettori.