“Dimenticare? Cancellare? È come se avessi concentrato, nella morsa nazista, tutta la mia forza solo sul pensiero di sopravvivere e non su quello di ricordare. Mi sono rimasti da narrare solo frammenti casuali, il cui disordine mi rende anche oggi un uomo incerto.”
Giovanni Coda
Il Rosa Nudo – Italia – Colore – 70′
Ispirato alla vita di Pierre Seel
“Un film intenso e originale, un punto di vista innovativo su uno degli eventi più drammatici che coinvolsero la comunità omosessuale europea.
Il rosa nudo è un lavoro di cinematografia sperimentale ispirato alla vita di Pierre Seel ed alla autobiografia scritta in collaborazione con Jean Le Bitoux, uno dei più importanti attivisti per i diritti GLBT in Francia e in Europa.
Questo toccante testo letterario non è stato mai tradotto in italiano. Parlare della vicenda traumatica di Seel, significa rimarcare gli orrori compiuti dai nazisti anche nei confronti di chi era schedato come omosessuale. Il rosa nudo si concentra soprattutto su un episodio doloroso e terribile che segnerà per tutta la vita l’emotività di Seel che, all’epoca dell’internamento, aveva solo 17 anni: deportato nel campo di Schimerck, assisterà all’atroce morte del suo compagno.”
Biofilmografia
Giovanni Coda, videoartista, fotografo e regista cinematografico nasce artisticamente nel 1990. Nel 1995 fonda l’Associazione Socio Culturale Labor e nel 1996 il V-art (Festival Internazionale Immagine d’Autore).
Ha 45 opere video all’attivo, diverse collezioni fotografiche e una vasta attività espositiva suddivisa fra pittura, fotografia e videoinstallazioni.
Negli ultimi anni ha realizzato mostre e performance di video arte presentate e premiate in Italia e all’estero.
Le sue opere sono state esposte a Madrid, Huelva, Assuncion, Siviglia, Barcellona, Francoforte, Berlino, Londra, Parigi, Tokyo, Kyoto, Beijing, New York, Amsterdam, Colonia, Roma, Milano, Venezia, Bergamo e altre città.
Dopo la realizzazione de Il Rosa Nudo, è attualmente è impegnato nella pre-produzione del suo nuovo lavoro Four Lives on a Frame, ispirato alle vite e alle opere di Francesca Woodman, Diane Arbus, Claude Cahun e Tina Modotti.
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