Giulietta degli spiriti


Juliet of the Spirits (Italian: Giulietta degli spiriti) is a 1965 Italian film directed by Federico Fellini and starring Giulietta Masina, Sandra Milo, Mario Pisu, Valentina Cortese, and Valeska Gert. The film is about the visions, memories, and mysticism of a middle-aged woman that help her find the strength to leave her philandering husband.[1 The film uses “caricatural types and dream situations to represent a psychic landscape.”[2 It was Fellini’s first feature-length color film, but followed his use of color in The Temptation of Doctor Antonio in the portmanteau film Boccaccio ’70 (1962). Juliet of the Spirits won a Golden Globe for Best Foreign Language Film in 1966.

Giulietta (Giulietta Masina) explores her subconscious and the odd lifestyle of her sexy neighbor, Suzy (Sandra Milo), as she attempts to deal with her mundane life and her philandering oppressive husband (Mario Pisu). As she increasingly taps into her desires (and her demons) she slowly gains greater self-awareness leading to independence.

Giulietta Boldrini, una benestante signora dell’alta borghesia romana, trascorre le vacanze estive nella lussuosa villa di Fregene. È stata educata in un collegio di suore ed è molto affezionata al ricordo del nonno che scappò con una ballerina. Con alcuni amici Giulietta e Giorgio, brillante public-relation man, organizzano una festa nella villa per festeggiare l’anniversario del matrimonio, ma il loro legame non è più saldo: Giorgio cela, dietro una cortesia distratta, l’illusione di un nuovo amore. Giulietta ne ha la dolorosa convinzione e sente tutto il suo mondo entrare in crisi. Sua madre si preoccupa solo del proprio aspetto fisico, mentre le sorelle sono ochette superficiali: Giulietta non ha nessuno con cui confidarsi. Spera tacitamente in un soccorso preternaturale partecipando a sedute spiritiche e interrogando un veggente indiano. Non riuscirà ad avere più nitida la sensazione del suo smarrimento e delle sue contraddizioni, combattuta tra il perbenismo bigotto, retaggio della sua educazione, e la tentazione di vivere senza inibizioni sull’esempio del nonno. Il consiglio della imperturbabile madre la porta a un’ulteriore esperienza, particolarmente umiliante: Giorgio è seguito, spiato da investigatori che forniscono a Giulietta le prove irrefutabili del tradimento. Nella sua ricerca di uno sfogo, di una reazione all’abbandono, Giulietta sembra cedere alle lusinghe d’una vicina, Susy, che vorrebbe introdurla in un mondo vizioso e falsamente brillante. In tempo, con terrore, la donna se ne ritrae e, dopo aver tentato inutilmente di parlare con l’amante del marito, Giulietta troverà la forza di lasciarlo uscire dalla sua vita, nascondendogli la sua consapevolezza. Con l’aiuto di una psicoanalista, tuttavia, Giulietta riesce a reagire. L’umile accettazione dell’abbandono e l’irrazionale, ma prepotente speranza nella vita, le daranno la forza di scacciare lontano dal proprio animo tutta la congerie di condizionamenti, di incubi, di angosciosi ricordi, di spettri che l’hanno ossessionata. Alla fine, vittoriosa e in abito bianco, va incontro al vento che soffia dal mare.

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